
Grandi Langhe 2017
GRANDI LANGHE 2017
Erano 6 anni che non andavo nelle Langhe, l’ultima volta c’ero stato per il “Cheese 2011” e visite ad alcune cantine. Sempre bello, grande gastronomia, vini ottimi. Ora la gioia si è tramutata in entusiasmo. Non so se merito, dell’Unesco che ha portato un incremento annuo di turismo/vendite del 25% annuo (fonte agenzia organizzatrice), oppure delle grandi cantine delle Langhe, la sostanza è che il paesaggio è una cartolina senza sbavature, le residenze storiche restaurate e perfette, le cantine come dei castelli.
I soldi forse non fanno la felicità, ma aiutano.
Dei ricordi dei langaroli come descritti nel libro “Gente di Barbaresco” è rimasto l’amore per il lavoro ma l’atmosfera è molto cambiata, persino l’accento è cambiato, fino a non tanti anni fa, sembrava di parlare con “Macario”, oggi è una realtà internazionale dove è difficile sentir parlare dialetto persino nel centro di Alba.
Anche Alba è una cittadina ben pettinata con bei negozi e ristoranti, uno su tutti il “Ristorante del Vicoletto”
La degustazione di Barbaresco si è svolta a Neive, splendida location, 70 cantine in fila.
Comincio con metodo, cioè dalla prima all’ultima, capisco subito che i grandi nomi hanno fatto bene a non venire perché la qualità media è alta e talvolta eccezionale e quindi l’unica differenza tra i presenti e gli assenti sarebbe stato il prezzo, ammesso che gli assenti siano così buoni.
I vini sono ovviamente giovani ma diventeranno grandi in tempi molto minori che in passato . Molti sono già pronti.
Alcuni produttori hanno ottimi vini in tutte le annate ma quasi tutti hanno un eccellente 2014 che talvolta ha superato per intensità e profumi le riserve del 2011/12.
Su tutti, in ordine di degustazione, mi sono piaciuti tanto il Basarin di Adriano, Montersino 2014 di A.Rocca, Montersino 2011 di Abrigo, Serragrilli 2012 di Battaglio, Meruzzano 2013 Cantina del Nebbiolo, Più Comuni 2014 di Gianolio, Giacone 2013 di Cascina Alberta, Ovello 2014 di Morassino, Canova 2014 di Cascina Saria, Serragrilli 2013, Rabaja 2014 di Cortese, Basarin 2014 di Giacosa F.lli, Asili 2014 di Luisin, Ronchi 2014 La Bioca, Treiso 2014 E Rapalino, Lorens 2014 Lodali, Montaribaldi 2013 di F Nasa, Marcarini 2013, Roncaglie 2013 Poderi Colla, Serraboella e Froi 2013 di M Rivetti, Pajore 2013 di Rizzi, Currà 2012 di R Sarotto, San Cristoforo 2012 di Sassi, Terrà Mia 2010 di M Taliano, Canova 2004 di San Mauro,
Nel pomeriggio a Guarene, altro posto da favola , è il momento di Arneis e Roero.
L’Arneis sta beneficiando di un’operazione simile a quella fatta per il Lugana. Una promozione che sta evidenziando le qualità minerali e di fresca bevibilità della maggior parte dei prodotti, tutti per ora offerti ad un prezzo competitivo. Il Roero ha tanta frutta ed acidità e ben si presta ad abbinarsi alla cucina della tradizione non solo piemontese. Su tutti in ordine di degustazione, Fassino, Almondo, Bric Cenciurio, Battaglino F, T Gianolio, Chicco, Casetta, Marsaglia, Montaribaldi, Marcarini,
Mi sono purtroppo perso le degustazioni di Barolo di Verduno, Raddi e Cherasco, La Morra e Novello però ho fatto festa ai Barolo di Serralunga, Castiglione Falletto, Monforte e Bussia.
La location nel Castello di Grinzane Cavour non ha bisogno di parole, i tanti vini presentati invece meritano attenzione Vini come quelli di A.Rivera o di Bava impressionano per la bevibilità anche se il bello deve ancora venire Il Margheria di agricola Boasso è un 2011 ma sebbene ancora longevo ha già la sua maturità.
Troppe cose buone con sfumature diverse, per brevità, sono rimasto impressionato soprattutto da: Cantina del Nebbiolo, Casavecchia, Cordero di M, Cucco, Gigi Rosso, Bongiovanni, Grimaldi B, Le Cecche, Monchiero Flli, Rivetto, Roccheviberti, Salvano, San Biagio, Sobrero F, Sordo
Da Grinzane ci si sposta a Monforte d’Alba c/o la fascinosa sede del Ristorante Moda Venue.
Qui si testano i Barolo di Monforte ed i Dogliani Docg Il Dogliani , ex Dolcetto, è un gran vino, di corretta è frequente bevibilità per la sua eleganza ed acidità equilibrata. Credo che avrebbe meritato una degustazione separata per meglio apprezzarne le qualità ed evitare l’inevitabile confronto con il Barolo che seppur più impegnativo e costoso fa sembrare il Dogliani un vino minore e non ne fa esaltare le caratteristiche eccezionali di questo vitigno Cionostante, prodotti come quelli di Abbona, Boschis, Pecchenino, Einaudi e San Fereolo , si sono fatti spazio tra i giganti Infatti vini come il Cannubi di Borgogna V, Bussia Stroppiana, Bussia 2013 Bolmida, Seghesio, Rocche del Manzoni, Bussia La Bioca, Bussia Ballarin e Bussia GP Marrone sono concorrenti eccezionali per qualunque vino.
Davide Lodovico Trebbi
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