
GRANDI LANGHE 2019 ALBA
Grandi Langhe 2019 30 gennaio 2019 Alba
Si chiude la quarta edizione di Grandi Langhe 2019, anteprima dei Consorzi: Barolo, Barbaresco Dogliani, Roero e Diano.
In questa edizione si è voluto puntare su due fattori: la “sorpresa” cambiando le date da
aprile a gennaio ed anticipando così tutte le anteprime italiane e le “presenze” che sono si raddoppiate, ma a scapito della magica atmosfera che le Langhe e i suoi luoghi possono regalare.
Le chiamano strategia di mercato, fatto sta che si è optato per ridurre a due giorni la
manifestazione, ma soprattutto, si è preferita la comoda sede del Palazzo Mostre e Congressi di Alba alle più suggestive degustazioni nei castelli di Grinzane e Guarene dell’edizione 2017.
Oltre 200 cantine con quasi tutta la loro produzione Le annate 2015/6, fantastiche anche in Piemonte, hanno indotto alcuni produttori a ritardare l’uscita dei loro vini e quindi hanno preferito non partecipare.
Le anteprime di chi ha fatto queste scelte saranno a Prowein di Duesseldorf o addirittura in aprile a Verona al Vinitaly.
La sede di quest’anno era uno spazio fiera dove i tanti produttori avevano il loro banco. Queste sono le occasioni per provare produttori meno conosciuti (almeno a me), e di capire quanto la qualità nelle Langhe sia diffusa.
La cantina Demarie ha presentato il Barolo 2013 che mi ha stupito per la bevibilità pur nella sua complessità. Le eccellenti riserve Barbaresco 2006 e Barolo 2011 fanno capire come crescerà l’ultimo nato. Il Roero riserva di Malabaila e di Marsaglia sono fantastici. Il Diano d’Alba Garabei 2016 di Abrigo Giovanni è un must have, devo assolutamente farne scorta.
Tutti i vini di Abrigo meritano attenzione, come tutti quelli di Casavecchia, Salvano, Pecchenino, Adriano Marco e Vittorio, il Bussia di Marrone, il Soprano di Ascheri, il Marcenasco 2015 di Ratti, il riserva 2012 di Rocche Costamagna, il Bricco delle Viole 2015 di Vajra, il riserva Montanello 2013 di Monchiero, i vini di Fenocchio e soprattutto il Barbaresco Rabaja 2016 di Cortese, valevano il viaggio e le “fatiche” nonché la programmazione dei prossimi acquisti.
Davide Lodovico Trebbi
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