
Presentazione Guida Essenziale Doctorwine 2019 Milano
Milano, Hotel Principe di Savoia, nella metropoli italiana che guarda al futuro anche dal punto di vista architettonico, un bel salto nel classico, che non sbaglia.
L’albergo è maestoso, sontuoso ed elegante. Un’ottima cornice per un evento di livello.
Al mattino mi sono presentato alla premiazione dei premi assegnati dalla guida, convinto che fosse il solito polpettone dove andar via dopo pochi minuti ed invece sono rimasto fino alla fine. Il Cernilli tiene il palco ottimamente, è competente (ma già lo sapevo), disinvolto e ha (come si dice in gergo) ritmo. Per sua ammissione dice di non essere un presentatore, ma vi assicuro che è molto meglio di tanti “professionisti” anche della TV.
Mano a mano che si susseguono le premiazioni e gli interventi, mi fermo a riflettere e capisco quanto devo ancora conoscere e capire sul mondo del vino.
Mi piace lo spirito di collaborazione che si respira (spero non solo di facciata) ed il confronto costruttivo che ne scaturisce. Tutto molto stimolante e cresce la mi a fame di sapere.
Nel pomeriggio dopo aver pranzato con una tipica cotoletta alla milanese, mi presento alla degustazione consapevole di aver a disposizione solo un’ora o poco più per non rischiare di perdere il treno di rientro.
Breve ma intensa (anche un po’ concitata), assaggio nell’ordine: Gaja con Barbaresco 2015 (bevuto anche il giorno prima a Montecatini e scartato con infamia, probabilmente una bottiglia difettosa) che dire buono, come il Sori Tildin 2014, ma niente a confronto con il Costa Russi 2014. Confermo le mie passate impressioni, questi vini (come molti dei prossimi citati) hanno solo un difetto (per noi mortali) il prezzo.
Ca del Bosco con Anna Maria Clementi 2008 in una versione che ho particolarmente appezzato, più fine ed elegante che in passato e finalmente con uso equilibrato del legno (in alcune delle ultime bevute, mi ricordava il Cervaro della Sala, scherzo) e Anna Maria Clementi Rosè che ammetto è stata un po’ una delusione.
Lo splendido Oreno 2015. Il Paleo 2015, il giorno prima “ho visto la luce” con Il Messorio 2015, letteralmente perfetto.
Querciabella con una versione particolarmente riuscita di Batar e dei suoi Chianti sia il 2016 che il riserva 2015.
L’opulento Ogrà 2013 a cui ammetto preferire il Montiano 2016.
E poi Sassicaia 2015 che ha ottenuto dalla guida l’unico 100/100, ma che a mio modesto parere sfigura (come dice un mio amico i vini cattivi sono un’altra cosa) confronto a Ornellaia 2015, un vino che ho sempre considerato sopravalutato, ma che in questa versione (mi ripeto) è perfetto. Bevibile sin da ora e per i prossimi 20 anni. Il preferito della giornata.
E poi tanti, tanti altri ottimi vini. Viva l’Italia.
In due giorni, ho avuto la fortuna di assaggiare la maggior parte dei migliori vini italiani, confermo la qualità diffusa soprattutto della fantastica annata 2015 specialmente in Toscana e Piemonte (dove sembra che la 2016 sia addirittura meglio).
Un ringraziamento per l’invito e l’opportunità a Daniele Cernilli e tutto il suo staff.
Grazie DocortWine
Giuseppe Zoli “Beppe”
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