
Presentazione Guida SlowWine 2019 Montecatini
La degustazione di SlowWine è sempre baciata dal cielo, sebbene in gran parte all’aperto, ha sempre beneficiato di un clima estivo per la gioia di tutti, soprattutto degli organizzatori.
Le Terme del Tettuccio sono un pezzo di storia dei trattamenti termali e il vino è una degna compagnia.
Ci sono così tanti assaggi da rendere necessaria una strategia per soddisfare almeno i primi desideri. Quest’anno la priorità erano i grandi rossi e 2 bianchi che si sono distinti particolarmente almeno sulla stampa : il Rarity di Terlano e l’Epokale di Tramin, primo vino italiano a ricevere il punteggio di 100 punti da Wine Spectator. Purtroppo i 2 bianchi non sono arrivati e quindi mi resterà la curiosità ed il solito dubbio da risolvere: questi vini meritano la spesa? Entrambi sono ben oltre i 100 euro a bottiglia.
Altre cantine hanno ritenuto di non portare i loro vini, Giacomo Conterno assente con il Barolo Cerretta, Tenuta San Guido assente con il Sassicaia, Roagna I Paglieri presente con il Crichet Paje, ma ha un personaggio alla mescita veramente indisponente e quindi comincio a pensare che il mio giudizio sui vini, molto più modesto di quello delle guide, sia inconsciamente viziato dal fastidio che mi da chi me lo versa.
Sempre rimanendo sulla parte alta del parco dove hanno posto Toscana, Romagna e Marche, grande festa per Brunello Poggio di sotto 2013 e Grattamacco 2015, super Piastraia 2015 di Satta e delusione per il Merlot Galatrona 2015 di Petrolo, forse perché oscurato dal magistrale Merlot Messorio 2015 de le Macchiole.
In Romagna il Vitalba 2017 di Tremonti si conferma un Albana eccellente e il Gutturnio de la Tosa prende il premio del rapporto prezzo qualità nonché della simpatia dei cantinieri.
Volata in Piemonte tra l’imbarazzo della scelta. Stessa strategia : prima gli imperdibili poi le curiosità Barbaresco di Gaja 2015 molto deludente ma forse era una bottiglia difettosa perché il giorno dopo, ad altra manifestazione, era eccellente. Barbaresco riserva Gallina 2008 in magnum: vera poesia, equilibrio forza persistenza è tutta la frutta rossa conosciuta senza arrivare alla confettura e maschie note di cuoio e tabacco. Il Barbaresco 2015 di Cortese si conferma un gigante tanto da competere con la riserva 2011 della stessa cantina. Fenocchio ha portato un ottimo Barolo Villero 2014 e un super nebbiolo 2016 che sorprende per piacevolezza e profumi.
Bricco delle Viole 2014 di Vajra è sempre un grande prodotto anche in quest’annata dove risulta più elegante che muscolare.
Prima di arrivare al banco Fisar dove ci sono diverse cantine divise per regione, si passa davanti alla Franciacorta dove i più famosi Bellavista e Ca del bosco sono presi d’assalto ed infatti di Anna Maria Clementi e Riserva Moretti restano solo i vuoti. Probabilmente c’erano poche bottiglie, sempre meglio di chi non le ha portate affatto. Comunque la riserva Mosnel 2008 meritava la sosta così come riserva Bonomi. Sui banchi Fisar è presente Pergole Torte 2015 di Montevertine che da solo giustificava il viaggio a Montecatini , Vigna Rionda 2012 di Massolino è stato degno avversario. Un salto in Sicilia sperando di trovare i big di Donnafugata purtroppo non pervenuti ma ci siamo consolati con 2 super Marsala di Florio tra cui la riserva 1974 Aegusa ed il passito di Pantelleria Ferrandes che è stato un’eccellente nuova scoperta.
La giornata è piacevolmente volata, sul rientro una sosta da Capichera ci ricorda che l’affidabilità esiste (mai rimasto deluso da nessuno dei loro prodotti ) e l’ennesimo assaggio del primitivo Es di Fino che anche nel 2016 ha 16,5 gradi ed una dolcezza di difficile abbinamento gastronomico.
Pur nella generale soddisfazione, resta la sensazione che questa edizione di SlowWine sia un po’ sottotono, soprattutto se paragonata a quella dello scorso anno.
Davide Lodovico Trebbi
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